Mattoni, pietra e calce: tutti elementi diffusi nell’architettura parmigiana, che offrono sostegno e decoro ai monumenti più belli del tessuto urbano. Quando osserviamo la chiesa di S. Francesco subito pensiamo a ciò che era stata prima e poi cosa è divenuta dopo. Ma un edificio secolare come quello non racconta una sola storia. Ancora prima di diventare carcere, la chiesa ha subito modifiche o è sempre stata caratterizzata da quei decori, colori e da quei prospetti?
Le “Visite Insolite” sta conducendo per voi, fianco a fianco con altri ricercatori, un insolito studio storico sulle murature di San Francesco, catalogando centinaia di muri e mattoni alla scoperta di antichi restauri, rifacimenti o ampliamenti che il grande edificio può aver subito nel corso del tempo. Come è stata costruita la chiesa? In che modo gli antichi costruttori hanno orientato le loro scelte per il materiale edile da utilizzare e per organizzare il proprio lavoro?
Per quanto brava possa essere stata la manodopera utilizzata nell’erezione di un edificio, eventuali modifiche alle murature spesso lasciano tracce, a volte anche molto labili, di antiche finestre scomparse, di muri demoliti e di eventi accidentali che possono aver influito sulla conservazione delle pareti. Dove l’errore umano nelle riparazioni ha lasciato tracce visibili, la ricostruzione storica può diventare più agevole. Gli stessi materiali edili possono variare per forme, colori e dimensioni a seconda della fonte di approvvigionamento degli stessi oppure in base al tempo storico in cui vengono prodotti.
Ne può essere ad esempio il celebre “mattone di Parma”, murato nell’angolo del Palazzo del Governatore prospiciente via Cavour, che tradizionalmente doveva fungere da modello di riferimento per chi produceva mattoni. In realtà i documenti ci raccontano che le misure di riferimento dei mattoni, a Parma come i altre città, per i fornaciai cambiarono, anche di molto. Ecco che quindi laddove nel muro il tipo di mattone cambia, oppure dove mostrano segni di rottura che potrebbero celarsi le tracce di un rifacimento o di una modifica dell’edificio.
Osservando una parete antica dovremmo immaginare di guardare una lavagna su cui sono state scritte col gessetto innumerevoli informazioni, senza che si sia mai proceduto a cancellarle. La ricerca storica sulle murature potrà identificare ed isolare tutte queste informazioni, ma solo dopo un paziente e attento esame di ogni singolo indizio…la scoperta continua!