Una borgata immersa nel verde della Val Fabiola sembra voler fare eco alle passate glorie di un forte castello che si ergeva sul monte soprastante.
Se ormai di quel castello appartenuto anche alla famosa casata dei Rossi rimangono imponenti muraglioni squarciati da piante e rovi, solo in parte sostituiti dal più rassicurante profilo di una chiesa che sembra voler toccare il cielo con la punta del suo campanile, delle case medievali di La Valle si conserva materialmente molto di più.
Definito come “scrigno di antiche costruzioni” da uno dei primi scrittori di borghi del parmense, il villaggio da lontano pare come una minuscola città turrita per la presenza di forti e alte case a torre che, guardinghe, osservano da lontano il viaggiatore sedotto dalla diffusa presenza di importanti prosciuttifici nella zona.
Se un tempo le case a torre erano le vere protagoniste del paesaggio architettonico locale, oggi i prosciuttifici s’impongono con la loro mole a ricordare i mutati interessi del territorio, ma non riescono a cancellare l’orgoglio superstite di queste anziane signore della vallata.
Un tempo avere una propria torre era garanzia di rifugio e protezione per sé e i propri beni, ma era anche uno status simbol di benessere raggiunto.
L’arte del costruire ha quindi voluto strutturare delle case che avessero al piano terra uno spazio facilmente isolabile in caso di pericolo, con poche e piccole aperture alle pareti.
Le esigenze di vita quotidiana venivano espletate nei piani superiori, mentre vicino al tetto una colombaia forniva rifugio ai preziosi volatili utili per la vita agreste.
Il cuore di La Valle è la corte Campelli, conosciuta anche come “La Rocca”, che una ricerca storica in corso ne sta riscoprendo gli avvenimenti del passato. Appartenuta all’importante famiglia Cavatorta, la corte si raccoglie in modo rassicurante attorno le sue case a torre, e nel tempo parti di essa costituirono i beni di un ente fondato proprio da questa famiglia con l’intento di assistere i meno abbienti di Langhirano.
Osservando gli antichi archi, volte, portali e finestre del nucleo rurale, si può scoprire di come sia nato da una continua evoluzione architettonica dei fabbricati e in alcuni casi si può osservare che la difesa della corte poteva forse essere affidata anche a simboli magico-religiosi.
Da questo complesso una pittoresca mulattiera si snoda tra vasti e verdissimi prati e come una passeggiata fuori dal tempo questa antica strada collega la corte con un’altra proprietà della famiglia Cavatorta, menzionata anche negli antichi documenti come “Malavilla”.
E’ difficile oggi capire il perché di questo nome ma questa bellissima casa-forte, forse antenata delle torri di La Valle, sorge isolata e disabitata nel mezzo di un ampio prato caratterizzato da dolci collinette.
Se La Valle sorge su di uno stabile terrazzo, la Malavilla si colloca sul corpo di un’antica e vasta frana, solo parzialmente assestata. I continui lenti ma costanti movimenti del terreno l’hanno ferita con alcune lesioni, ma la casa vuole ancora resistere impassibile alle ingiurie del tempo.
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