Il ricordo natalizio lascia a Parma significative tracce nei suo monumenti più illustri, che con grazia concorrono a celebrare nel silenzio delle loro opere il giorno in cui nacque Gesù.
Natale: un giorno di festa, di doni, di santi e d’arte. In passato zampognari d’Abruzzo e del centro Italia allietavano con le musiche la stessa Piazza Garibaldi.
San Nicola, meglio conosciuto poi come Babbo Natale, pone con eloquenza un dono mistico nella cappella voluta da Nicolò Zangrandi, in San Giovanni. Un artista ligure affrescò poi sulle pareti della stessa alcuni episodi emblematici della vita di questo santo, grande donatore e temerario divulgatore della fede cristiana.
La più importante santa portatrice di doni per Parma era però Santa Lucia, che a cavalcioni del suo asino lasciava ai bimbi generosi regali squisiti. I piccoli parmigiani lasciavano infatti latte per lei e paglia per il suo fedele asinello, ma guai a farla arrabbiare!
La devozione per Lucia fu tale che ancor oggi possiamo ammirare in tutta la sua bellezza la chiesa a lei dedicata in via Cavour.
Risplendente d’ affreschi e opere d’arte ricordanti la saggezza, la bontà ma anche l’estremo sacrificio di questa donna siciliana, l’edificio religioso racconta con le immagini che ella morì per il taglio della gola, nonostante un’antica leggenda la ricordi per aver subito l’asportazione dei bulbi oculari.
Il battistero di Parma fu nel medioevo uno dei più importanti luoghi celebrativi del Natale.
Luogo di rappresentazioni in tema natalizio, anche qui gli arredi scultorei ricordano la festività non soltanto con il magnifico rilievo rappresentante i Re Magi.
Si celano nel linguaggio figurativo di altri arredi scultorei diversi richiami al senso epifanico, come le statue di Re Salomone e la Regina di Saba.
Non potevano inoltre mancare nei rilievi del Battistero riproduzioni scultoree di vegetali e di uccelli.
A Parma il ginepro era infatti l’arbusto per eccellenza da utilizzare come ceppo acceso nel camino alla vigilia. Pianta protettiva per stalle e animali era albero porta-fortuna: il bacio sotto il ramo di ginepro portava amore e felicità.
Animale natalizio per eccellenza è invece il pettirosso, che secondo una bella leggenda si macchiò il petto di sangue nel disperato tentativo di rimuovere la corona di spine al Cristo sofferente.
I tre Magi venuti da lontano sono ricordati anche in una delle più belle opere a Parma narranti il loro viaggio, realizzata da Cristoforo Caselli sempre in San Giovanni.
La tavola da lui dipinta, eseguita proprio nell’ultimo anno del 1400, rappresenta l’arrivo del lungo corteo di uomini e donne che decisero di seguire i re in cammino verso Betlemme. Solo una debole vecchietta incontrata lungo il tragitto decise di non seguirli, per poi pentirsi della sua scelta. Ella s’affrettò quindi a raccogliere quanti più doni possibili per poi raggiungere il corteo, ma ormai s’era troppo attardata. I Magi erano scomparsi all’orizzonte. La vecchietta non ebbe quindi pace, e decidendo di distribuire i doni che aveva raccolto sarebbe poi stata ricordata dai posteri con un nome in particolare: la befana.
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